Avrete probabilmente letto sui media, nei giorni scorsi (un buon articolo in merito è questo), della significativa frenata – in verità un arretramento non indifferente – nella vendita di ebook negli Stati Uniti, luogo al solito emblematico su come vadano le cose e come andranno in futuro nel resto del mondo cosiddetto avanzato. La Association of American Publishers, che fa riferimento alle vendite di oltre 1.200 editori americani, riferisce di un meno 10% nei primi 5 mesi del 2015: non sembrerebbe granché, ma se si considera che tra il 2008 e il 2010, ad esempio, le vendite di ebook erano aumentate del 1.260%, facendo supporre a tanti l’imminente fine del libro di carta, il dato attuale assume un diverso e più significativo valore.
Oltre a tali numeri, ulteriori indagini di mercato segnalerebbero che molti lettori che per primi avevano iniziato a comprare ebook starebbero ritornando alla carta, o comunque non darebbero più la prevalenza di una volta al più innovativo formato elettronico: in effetti, i libri in versione digitale rappresentano ad oggi circa il 20% del mercato americano, la stessa percentuale di alcuni anni fa. Infine, altro dato interessante è quello comunicato dall’American Booksellers Association: nel 2015 le librerie indipendenti iscritte sono salite a quota 2.227 contro le 1.660 di cinque anni fa. Librerie, pleonastico dirlo, che vendono libri di carta – alla faccia di Amazon, mi viene da aggiungere.
Dunque, che sta succedendo? La paventata rapida vittoria per KO degli ebook contro i libri di carta si sta inopinatamente rivelando una sconfitta? Oppure si tratta solo di una fisiologica pausa nella corsa tecnologica del libro verso la sua prominente vita digitale futura?
Risposta più convincente: boh! Nel senso che i dati sono effettivi e rimarcabili, ma il mercato contemporaneo è ormai come la società per la quale è in servizio ovvero liquido, quindi sapere ora che potrà accadere tra un solo anno è cosa che mettere in crisi persino il Nostradamus più in palla (di vetro).
Tuttavia, visto che il campo futuro sul tema non può che essere occupato da mere previsioni, e giustificato dal fatto che altrettante ipotesi passate date per certezze pressoché indubitabili si sono poi rivelate inconsistenti, se non sbagliate, provo a buttarne lì una pure io – una che mi frulla in testa da un po’ e che ad oggi parrebbe piuttosto di realizzazione a dir poco improbabile, se considerata solo nel proprio stesso ambito tematico. Ovvero: e se l’ebook si autoestinguesse? Se essendo nato e caratterizzato dall’essere quasi più una moda – sull’onda della relativa imposizione come status symbol dei supporti digitali sui quali il libro digitale può essere letto – più che una effettiva rivoluzione (che in fondo è ma nella forma, piuttosto che nella sostanza, ergo non così innovatrice come parrebbe di primo acchito), finisse per subire gli ondeggiamenti che tutte le mode subiscono, non escluso il loro declino a favore di altre cose?
Attenzione: non sto dicendo che l’ebook considerato in quanto tale – ovvero come mero libro digitale – svanirà. Sto dicendo che l’ebook considerato come elemento imposto sull’onda di una tendenza tecnologica del momento, e strettamente correlato alla presenza commerciale sul mercato di quelli che sono in tutto e per tutto gadget tecnologici alla moda (quantunque meravigliosamente utili per infinite cose, certo: ma quanta gente li compra per tali infinite cose meravigliose e non, appunto, per moda e/o per usi prevalentemente ludici – o ludico-idiotici, mi si consenta di dirlo!) potrebbe subire l’eventuale declino di quei gadget a favore di altri che avranno altre peculiarità imposte come fondamentali in un futuro gusto comune diffuso magari non così affini alla fruizione di testi letterari.
Sto congetturando parecchio, lo so, e lo faccio peraltro contro quello che io stesso, al momento, ancora credo che sarà il futuro effettivo – ovvero una massiccia diffusione di libri digitali – tuttavia non così prossimo come molti preventivavano ma ancora piuttosto lontano nel tempo – almeno, io penso, fino a che nelle scuole i libri di testo cartacei saranno definitivamente sostituiti da quelli digitali, il che cambierà direttamente nella mente degli scolari (futuri lettori adulti) il concetto più immediato e materiale dell’oggetto-libro. Ma, anche in tale prospettiva, occorreranno almeno alcuni altri lustri per dichiarare la partita vinta a favore dell’ebook.
In ogni caso, ribadisco, ad oggi ogni ipotesi può essere considerata, seppur una certezza (o quasi) credo già vi sia – anzi, vi sia sempre stata: il libro di carta lo avremo tra le mani ancora molto a lungo, non fosse altro perché nessun pur futuristico progetto di lettore digitale ancora di là da venire ha (e avrà, io dico) la possibilità non dico di eguagliare ma nemmeno di avvicinare il fascino insuperabile e imperituro del tomo cartaceo. Un fascino che mai nessun tasto “OFF” potrà spegnere.
Interessanti spunti.
Secondo me chi decretava la fine del cartaceo ha commesso l’errore di quanti, sul finire degli anni ’40, teorizzavano aereo-razzi tra le città e basi sulla Luna. Questo a prescindere dai discorsi su chi compra, se cioè l’acquirente ama o meno la carta, la sua fisicità, rispetto alla praticità dell’ebook. Per vedere il futuro non si può tracciare una linea retta su di un grafico.
Sarebbe poi interessante sapere se l’ebook reader è stato comprato anche da lettori nuovi, che leggono o hanno iniziato a leggere prevalentemente sul nuovo mezzo, per capire se si sta formando una cultura ebook da contrapporre ad una cartacea, un po’ come avvenuto con le generazioni già nate con i computer e poi con i vari palmari (smartphone, tablet…) oppure sono i soliti tot lettori da carta, che hanno comprato anche il lettore digitale.
Riguardo le letture, da neofita nel settore mi pare di aver visto solo novità (che non comprerei quasi mai neanche in cartaceo) disponibili in formato da e-reader, quantomeno quelle novità che sono pubblicizzate e subito disponibili sui siti e lì non c’è storia, lo stampato poggia su montagne di milioni di libri.
Tralascio tutti i problemi sul chi detiene i copyright per cosa, per distribuire dove e via discorrendo, che comunque creano guerre tra editori e vendiori on-line, anche questo non aiuta né come facilità di reperimento né come prezzi.
Quindi? Boh. Io continuo a comprare CD perché posso ascoltarli off-line e ne posseggo la scatolina di plastica(ccia), c’è chi compra dischi in vinile perché le copertine sono vere opere d’arte… Forse vale lo stesso anche per i libri? Gli acquirenti sono ancora paper-oriented?
Ciao Gianni!
Tutte considerazioni interessanti e giuste, le tue, che peraltro vanno anche a toccare temi prettamente commerciali che in questo mio articolo non ho contemplato – ma che ho già trattato più volte (qui sul blog e altrove, in passato.
In generale credo che, al momento attuale, l’ebook sia ancora nella fase “novità-moda” e che dunque, in fin dei conti, le varie statistiche sulla sua diffusione lascino il tempo che trovano. Provocatoriamente ho ipotizzato che il libro digitale si possa suicidare ma non certo per sue colpe, più per un suicidio indotto da chi forse non abbia ancora compreso come gestire una tale evoluzione – editori in primis, che per le versioni digitali sparano prezzi veramente assurdi, giusto per citare un esempio di errata gestione.
Alla fine, ribadisco, credo che sia e sarà una questione generazionale. Oggi noi tutti, quando pensiamo alla parola “libro”, pensiamo all’oggetto di carta, non ancora al file digitale leggibile da un ereader o da un tablet. Quando ciò avverrà, allora l’ebook diverrà la norma, ma non credo soffocherà mai il libro, la cui essenza culturale è troppo forte e ricca di infinite sfaccettature per essere eliminata, nel breve o nel lungo periodo.
Grazie di cuore del tuo commento! 🙂
Penso che se non ci fossero più gli ebook leggerei molto meno. Il pensiero di essere costretta a portarmi dietro il libro di carta tutti i giorni al momento mi aberra.
Beh, Dama, hai ragione. In fondo, al di là di qualsiasi disquisizione sul tema – e come anche in tal caso ho già affermato in passato -, non deve importare dove e come si legge, ma importa leggere, no? Dunque ben venga anche la tua totale dedizione al digitale!
Grazie della tua testimonianza – anzi, per restare in tema: chapeau! 😉
Per me era diventato un problema, ho una media di 200 libri letti l’anno, non sapevo più dove metterli e inoltre io sono maniacale con i libri, li pulisco di continuo. Quindi se non ci fossero stati i digitali non avrei saputo come fare. Stavo diventando tipo accumulatrice seriale di carta.
Ah, ok, allora ti comprendo. Che in tal modo – utilizzando l’ereader, intendo – riduci pure le possibilità di propagazione di un incendio… 😀
Di nuovo giù il cappello (il mio, sì), Dama: per i tuoi commenti, le tue ampie virtù di lettura, e per tutto il resto! 🙂
Ciao, e grazie ancora! 😉
Di niente! ci mancherebbe. Per carità leggere è uno dei piaceri più grandi del mondo, ma sinceramente io con la carta non ce la facevo proprio più. Poi per me l’idea di noleggiare libri o darli via è sacrilega. Non sono tipo da biblioteca.
Ah, beh, se la metti su questo piano, allora siamo più che d’accordo! Sono pronto a digitalizzare tutta la mia biblioteca di casa, pur di far che nessun libro ci esca! 🙂
Vedo che hai compreso perfettamente!
Ormai mi sono abituato all’ebook. È oggettivamente più comodo, versatile e, se vogliamo, immersivo. I libri di carta li compro ancora, ma solo quando l’edizione è fatta bene (e vado quasi a colpo sicuro).
Ciao, Lorenzo!
Ecco, tu potresti essere il prototipo ideale del lettore del futuro. Quello che leggerà soprattutto in digitale e, quando riterrà il caso o vedrà un particolare e meritorio valore, acquisterà il libro di carta. In tal modo garantendo ad entrambi quell’equilibrio editoriale armonico che, appunto, potrebbe rappresentare la realtà ordinaria sul tema tra qualche decennio, come peraltro qualche editore (estero, purtroppo. In Italia si naviga ancora a vista, e sovente male) ritiene.
Grazie mille del tuo commento! 🙂
Luca, in realtà sul piano tecnico-economico si chiamerebbe “rimbalzo”. Dopo anni di crescite enormi (soprattutto nei paesi avanzati, quelli anglosassoni) è normale un piccolo stop.
Penso che il cartaceo resisterà in parte ma molto, molto meno di quello che si pensi.
L’ebook ha talmente tanti vantaggi (variazione caratteri, retroilluminazione, possibilità di portarsi dietro l’intera libreria, dizionario, traduzione e così via) che dominerà il mercato e giustamente e la stragrande maggioranza delle persone alla fine scaricherà o leggerà in streaming.
Soprattutto i lettori veri, ex consumatori di carta.
Buongiorno Mayfair!
Indubbiamente hai ragione – ribadisco che il mio articolo ha comunque un tono provocatorio, e più che denotare per l’ennesima volta lo scontro carta-digitale voleva sottolineare il potenziale pericolo di banalizzazione della versione digitale delle opere letterarie. Invece, non credo che il lettore “vero” sia e sarà quello che legge/leggerà ebook o libri tradizionali, ma quello che legge e leggerà buoni libri. Questione, quella della qualità letteraria delle opere edite e imposte sul mercato, certamente più grave e preoccupante di qualsiasi rivoluzione digitale!
Grazie di cuore delle tue osservazioni! 🙂