Richard Powell, “Vacanze matte”

cop_VacanzematteIl “sogno Americano”: un’espressione fin troppo abusata che ha contenuto nel tempo diverse cose, dalle più banali – il chewing gum, Elvis Presley, Hollywood – fino a quelle più articolate e serie, compreso quella way of life che è diventato lo standard del mondo occidentale (e non solo), nel bene e nel male – secondo molti soprattutto nel male. Posto ciò, quando ancora dalle nostre parti nemmeno si usava dire «hai trovato l’America!» per sancire la fortuna di qualcuno, ovvero quando il boom economico degli anni ’60 dello scorso secolo non era ancora esploro in tutta la sua americanità, da quelle parti c’era chi aveva già capito che il “sogno Americano” forse del tutto tale non era, forse la sua parte “onirica” offuscava la vista verso le cose più oscure, fors’anche che, se osservato e vissuto a contatto della propria più profonda matrice culturale, politica e sociologica, assomiglia quasi più a un incubo che a un sogno.
Tra i diversi intellettuali che stavano elaborando una tale considerazione, e tra le relative opere di Powell_photodivulgazione di essa, bisogna annoverare Richard Powell e il suo Vacanze matte (Einaudi, collana “Stile Libero Big”, 2011, traduzione di Carlo Rossi Fantonetti, introduzione di Francesco Piccolo, postfazione e cura di Luca Briasco. Orig. Pioneer, Go Home!, 1959), un titolo piuttosto stupidotto per un romanzo che ha rappresentato un piccolo/grande caso editoriale, in origine, per poi diventare un cult della letteratura underground, quasi mitizzato da tanti suoi estimatori fino ad essere riscoperto e rieditato, negli USA, nel 2009, ovvero cinquant’anni dopo la prima uscita…

Leggete la recensione completa di Vacanze matte cliccando sulla copertina del libro lì sopra, oppure visitate la pagina del blog dedicata alle recensioni librarie. Buona lettura!

Leggere libri fa diventare più intelligenti (Richard Powell dixit)

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Come ho già detto non è che Holly aveva questo gran cervellone, ma aveva letto un fulmine di libri, e quando uno non è troppo intelligente questo del leggere tanti libri è un sistema che aiuta parecchio.

(Richard Powell, Vacanze matte (Einaudi, collana “Stile Libero Big”, 2011, p.43)

A parte che Holly è invece parecchio intelligente, come potrete scoprire leggendo il romanzo del quale disserto qui, il sistema di cui sopra resta il più ovvio, facile e immediato tanto quanto sorprendentemente efficace, per diventare dei cervelloni. Per questo è così sovente ostracizzato dal potere, il quale ha convinto molti che a diventare intelligenti ci si complica la vita. Meglio idioti e spensierati, insomma. Meglio non capirci nulla, del mondo d’intorno, che sennò è un attimo che ci monta la carogna – contro il mondo stesso e i potenti che lo governano.