…e si perse in Patagonia, in questa parte del mondo dove non si fanno domande e il passato è semplicemente una faccenda personale.
(Patagonia Express, pag.117.)
[Foto di Elena Torre, editata da Marco Bernardini, CC BY-SA 2.0: fonte originaria qui.]Leggo della morte di Luis Sepúlveda – che non troppo distante dalla Patagonia era nato – e me ne dispiace veramente molto. Non ho letto molte sue opere ma di sicuro Patagonia Express è stata una di quelle che ha contribuito a formare il mio sguardo e la conseguente visione di viaggiatore – geografico, mentale, spirituale – del mondo, dei suoi luoghi e degli umani che li abitano. D’altro canto Sepúlveda era tra quei personaggi di cultura e di fama sempre capaci di dire cose interessanti e sovente preziose, e di farlo con la leggerezza e la sagacia che solitamente si addice agli spiriti più grandi e illuminati.
Eppoi, in fondo, sempre su Patagonia Express, scrisse che
La morte inizia quando qualcuno accetta di essere morto.
(Pag.8)
Mi viene da credere che egli, spirito libero, anarchico e indomito, col ricordo di sé e dei suoi libri farà in modo di non accettarlo tanto facilmente. Ecco.