In tema di clima, la verità è solo una e ormai palese: siamo nella merda.
Scusate la franchezza lessicale, ma è figlia inevitabile della franchezza intellettuale che è necessaria, nella realtà in cui stiamo.
Posto ciò, i casi conseguenti sono invece due: o ci impegniamo a spalarla via il più possibile, seppur al punto in cui siamo sarà inevitabile sporcarsi almeno un po’, oppure impariamo a galleggiarci dentro, ovviamente con mute, respiratori, filtri eccetera ma tant’è.
In entrambi i casi ci dovremo avere a che fare, con la sostanza citata, e vedremo se “sopravvivremo” (virgolette necessarie) perché non ci sapremo abituare alla sua puzza e dunque la contrasteremo oppure perché ci faremo l’abitudine.
Intanto a Baku, in Azerbaigian, è in corso l’ennesima COP, la numero 29. Per quanto se ne legge al riguardo sui media – un evento importante, necessario, imprescindibile, bla bla bla… – sarà una conferenza nella quale si prenderanno importanti decisioni: sì, su come distribuire mute e respiratori ai pochi che se li potranno permettere per galleggiare senza troppi problemi nel mondo (di m…) che ci aspetta.
Per tutti gli altri invece, ribadisco: o ci attrezziamo di una bella e robusta pala, oppure proviamo a convincerci che, tutto sommato, la puzza di merda non è poi così sgradevole.
Io, se posso dire, preferisco la prima. Che poi il movimento fisico fa sempre bene, ecco.


E pensare che c’è ancora chi non crede a questa cosa nonostante i fatti evidenti.
Evidentemente è un non credere del tutto ipocrita e ideologico, non genuino. Il che lo rende anche peggiore, ma di contro ne svela tutta la vuotezza intellettuale.