
Bellissimo per certi aspetti, soprattutto per chi come me ama il freddo e i paesaggi innevati, considerando il calendario; inquietante per altri aspetti, ovvero per come ciò ricordi e palesi il disequilibrio climatico che il riscaldamento globale ha ormai avviato, con chissà quali crescenti conseguenze devastanti nel futuro prossimo.
Passata l’emergenza sanitaria in corso, speriamo quanto prima e in modo quanto più definitivo, è bene non dimenticare che abbiamo e avremo quella climatica da affrontare, meno “impattante” a livello mediatico e di immaginario comune ma forse anche più seria e cronologicamente più ostica da risolvere (nonché correlata alla diffusione del coronavirus, come ho già rimarcato qui), perché qualsiasi “vaccino” si troverà – ne avremmo già trovati, a dire il vero, ma per ora li abbiamo troppo scarsamente somministrati – potrà far poco, temo, per riequilibrare e risanare ciò che già si è guastato. Augurandoci che non sia già troppo, che la malattia non sia divenuta già cronica al punto da vanificare gli effetti benefici di qualsiasi cura.
