Le Paralimpiadi in prima pagina

C’è da scommettere che nella redazione del più importante quotidiano sportivo italiano siano veramente contenti, in questi giorni, un po’ come lo erano un mese fa quando erano in corso le Olimpiadi a Tokio. Ora si stanno svolgendo le Paralimpiadi, evento sportivo che, inutile dirlo, assume significati per molti versi anche più importanti rispetto al suo precedente omologo, e di nuovo gli atleti paralimpici italiani stanno facendo incetta di medaglie (solo ieri, 30 agosto, ne hanno vinte sette delle quali due d’oro). «Finalmente possiamo mettere in prima pagina notizie sportive diverse dal solito calcio e ben più esaltanti!» esclameranno giubilanti nella redazione suddetta. E infatti ecco qui:

Una bella prima pagina nella quale finalmente non si parla per nulla di calcio e le imprese degli atleti italiani alle Paralimpiadi occupano grande spazio con bei titoli ad effetto. Proprio così. E ieri idem, ovviamente.

Be’, con siffatta emblematica attenzione mediatica verso un evento sportivo così importante da parte di chi di sport si occupa, in effetti hanno ragione quelli che dicono che di leggi con le quali proteggere i cittadini diversamente abili da qualsiasi discriminazione non ne servono, sono inutili in Italia. O no?

P.S.: per la cronaca, gli altri due principali quotidiani sportivi italiani un poco di spazio alle vittorie degli atleti paralimpici nazionali sulla loro prima pagina la dedicano.

Miss Italy

“Miss Italia”.
Detta in inglese, Miss Italy.
Che nella suddetta lingua inglese può significare anche “perdere l’Italia”. Ovvero, quanto meriterebbero quelli che insultano la concorrente dell’annuale concorso di bellezza nazionale che vedete nell’immagine – ne avrete letto certamente, sul web o altrove.
Perché se si può discutere come e quanto si vuole del concedere la cittadinanza italiana a persone straniere, bisognerebbe cominciare a mettere in discussione pure la legittimità della cittadinanza per certi “italiani” che, palesemente, si mostrano indegni di rappresentare un paese di così ampia e nobile (ancorché ignorata e calpestata da molti) cultura.

Perché è un problema culturale, questo, cioè di grave mancanza di cultura, umanistica, civica, sociale – quella che una persona dovrebbe avere per via “congenita”, non certo in forza di precetti o insegnamenti, e che segnala in modo ben poco discutibile il valore umano, la socialità e il senso civico della persona stessa. Comportamenti come quelli che Chiara Bordi sta subendo, come i tanti altri similari di cui si hanno pressoché quotidiane notizie, per quanto mi riguarda sono da sospensione della cittadinanza e dei relativi diritti (quando non, in certi casi particolarmente vergognosi, da carta d’identità fatta all’istante a pezzetti), senza star lì a perdere troppo tempo con dichiarazioni di condanna e di solidarietà (ben vengano, sia chiaro, ma a quanto pare non servono a molto) o con “rieducazioni civiche” e altro del genere, semmai da attuare a chi veramente se le meriti. Punto.

(Fotografia di Alessandro Capoccetti, www.modelsofdiversity.org)