In tal senso, pur con tutto il suo carico di dolore e sventura, se al Covid-19 si dovessero attribuire anche conseguenze non troppo deleterie, per così dire, qualcosa al riguardo si potrebbe indicare. Ad esempio, l’aver fatto capire a molte persone l’importanza dell’igiene, della sanità personale e la facilità di propagazione di certe malattie, forse. L’importanza di coltivare una buona socialità e la drammaticità del distanziamento o del confinamento forse meno, leggendo certe cronache. Con maggiori probabilità, l’essere servito a palesare per l’ennesima volta e in modo lampante (dacché precisamente identificata) quanta ignoranza e ipocrisia siano strumentalmente diffuse nella nostra società, anche se minoritarie (e speriamo sempre più tali) e come l’analfabetismo funzionale sia un problema tanto grave quanto da sempre troppo sottovalutato. Già.
Alla fine, gioco forza, dobbiamo sempre imparare anche dai più grandi drammi: è il modo col quale possiamo augurarci di non doverli vivere ancora e d’altro canto, se non avessimo nulla da imparare, da essi ovvero da ogni altra cosa, significherebbe che sul serio saremmo giunti alla fine della corsa.