Mattina dalla meteo a dir poco avversa, traffico tremendo, un documento da consegnare con urgenza in un ufficio. Ho fretta, la coda in strada mi ha fatto perdere un sacco di tempo. Arrivo in zona, i soliti parcheggi sono pieni, mi infilo in alcune stradine laterali ma di posti in cui lasciare l’auto non ce ne sono, piove sempre più forte. Poi un piccolo parcheggio, sembra ci sia uno spazio libero: vi entro ma quello spazio è uno stallo riservato agli automobilisti con disabilità. Vado oltre, mi allontano ancora di qualche centinaio di metri finché trovo un parcheggio più grande con posti liberi, finalmente. Sono lontano dalla mia meta e piove a dirotto, ma non ho altra scelta.
Per arrivare all’ufficio devo passare davanti a quel piccolo parcheggio in cui ero entrato poco fa, dove c’era il posto libro ma per automobilisti con disabilità: è occupato, ora, da una station wagon. Mi fermo un attimo, guardo fuori, sul lunotto: nessun contrassegno speciale. Poi guardo dentro: non è un’auto per persone con disabilità.
Anche se, penso subito tra me, quella persona che ha parcheggiato lì una invalidità grave ce l’ha, senza alcun dubbio, e la sta dimostrando perfettamente. Invalidità, ovvero mancanza di validità, di valore – mentale, culturale, umano. Comune, purtroppo, a tante, troppe altre “persone” che quotidianamente si comportano allo stesso modo e, purtroppo bisogna ammetterlo, molto più in Italia che altrove – l’esperienza personale me lo prova indubitabilmente.
Anche per questo, in fondo, sono sempre meno fiero di dover tenere in tasca una carta d’identità italiana.
Io non mi sento italiano, ma per fortuna o purtroppo lo sono. (G.G.)
P.S.: giova ricordare agli italioti che commettono atti come quello da me constatato che gli stessi sono puniti con sanzione amministrativa in base a quanto decretato dall’art. 158 comma 2 del Codice della Strada; se poi il posto occupato è espressamente riservato ad una singola persona con disabilità, il reato è pure penale (violenza privata), come stabilito di recente dalla Corte di Cassazione.
Ecco.
Non lo farò mai , ma la tentazione di bucare 2 gomme c’è sempre ( due gomme perché se ne buchi solo una c’è sempre quella di scorta, con due devi chiamare il gommista e a questo punto la possibilità che arrivi un vigile e faccia la multa si amplifica)).
Davide, non posso dirlo ma – resti tra noi – approvo totalmente. E mai dire mai, poi.
😉
Senza bucare, basterebbe sgonfiarle 😉
Sì, però poi sigillando la valvola per rendere impossibile il gonfiaggio!
😀 😉
😂😂😂
Io ho il compressore portatile sulla macchina.
Pure io, ma non tutti ne sono provvisti. Poi sono sicura che non parcheggi sul posto disabili, quindi vai tranquillo 🙂
Pure io, Davide. Ma se vedo un normodotato con compressore in auto che parcheggia nel posto disabili, sai dove gliela metto la valvola del suo compressore?
Ecco.
😀 😉
Loredana, hai ragione. Davide è uomo (anche) di montagna. E noi montanari siamo rudi ma non stronzi, perché conosciamo il valore delle piccole cose. In fondo anche le più grandi montagne sono fatte di tanti piccoli sassi, no? 🙂