Egregi automobilisti italiani, permettetemi di inviarvi (non a tutti voi ma a parecchi, comunque tanti, fin troppi) una lettera aperta, che per massima chiarezza e comprensibilità rendo estremamente didascalica e sviluppo nei seguenti dieci punti:
- La “freccia”, vi rammento, non è solo quella cosa che tirano gli indiani ai cowboys nei film western, ma l’indicatore luminoso (una leva alla sinistra del volante, usualmente) che dovete utilizzare sempre quando svoltate. Sennò siete pericolosi, oltre che maleducati.
- Se guidate un’auto, non guidate un bus o un autoarticolato, dunque quando curvate non fate come se foste alla guida di un mezzo lungo vetri metri occupando la corsia opposta per pensare di curvare più agevolmente. Non serve a far curvare meglio la vostra auto, ma di certo serve per dimostrare che non siete così bravi a guidarla.
- Se la nostra società ipermediatica costringe tutti noi a stare sempre al centro dell’attenzione, ciò non significa che voi dovete pure stare sempre al centro della carreggiata. Si tiene la destra, guidando, non si sta in mezzo. Ribadisco, non guidate un bus, la corsia destra della strada che percorrete basta e avanza, normalmente, per la vostra auto.
- Le persone che vedete ferme in corrispondenza delle strisce pedonali non stanno ammirando quanto siano ben disegnate sull’asfalto, e anche se fosse non hanno bisogno di interi minuti per constatarlo. Dunque fermatevi e fatele passare, appena le vedete lì, e possibilmente senza guardarle come se fossero dei delinquenti che attentano alla vostra vita quotidiana. È il contrario, semmai, se non vi fermate.
- Ricordatevi che se state alla guida col cellulare in mano, prima o poi qualcun altro starà in piedi col cellulare in mano. Accanto a voi e alla vostra auto distrutta per chiamare un’ambulanza – ma forse non lo scorgerete dacché sarete incoscienti e, mi auguro, non troppo gravi.
- Se non avete ancora capito come funzionano le rotonde, fermatevi al loro ingresso e rifletteteci sopra. Almeno così non rappresenterete un pericolo per quelli che l’hanno già impegnata.
- Guidate con indosso un’armatura medievale con tanto di lancia? No? Bene, allora, negli spazi atti al parcheggio libero, non c’è bisogno che tenete metri e metri tra un’auto e l’altra. Dalla vostra ci scendete comunque agevolmente anche se non siete filiformi e così non rubate posto ad altri automobilisti che vorrebbero parcheggiare lì ma per il vostro menefreghismo metrico non possono.
- Se è inverno e avete l’auto fredda oppure i vetri appannati, non immettetevi sulle strade andando per lunghi tratti a 20 all’ora e generando code chilometriche. Aspettate che l’auto vada in temperatura o pulite i vetri e quindi avviatevi – questione di una manciata di secondi in più, mica di ore.
- No, non funziona come in Formula Uno che per sfruttare la scia aerodinamica le macchine restano attaccate al posteriore di quelle che le precedono. Sulle strade pubbliche non serve restare così vicini alle altre auto: è solo pericoloso, oltre che maleducato.
- E se utilizzaste i mezzi pubblici più di frequente invece che la vostra auto guidandola come solitamente fate? Eh?
Ecco, questo avevo da scrivervi, con questa “lettera aperta” – che “invio” pure a me, sia chiaro, dacché a mia volta sono un’automobilista. E che ora chiudo, ringraziandovi per la lettura e, con l’occasione, porgendo i miei ora non troppo cordiali ma spero in futuro di più saluti.
Mucche al pascolo, li chiamo io