1° dicembre 1923, novantotto anni fa, ore 7.15: crollo della diga del Gleno.
Dopo il Vajont, il peggior disastro in Italia causato dal cedimento dello sbarramento di un bacino idroelettrico per errori tecnici. Era l’unico esempio al mondo di diga mista a gravità e archi multipli: un disegno architettonico assai raffinato che celava una concezione ingegneristica tragicamente sbagliata.
Le foto – dall’alto: il paese di Bueggio e la valle del Gleno prima della costruzione della diga, la diga terminata nell’ottobre 1923, i resti dello sbarramento dopo il crollo, Bueggio dopo la tragedia – sono tratte da archiviogleno.it, sito web del progetto “Il crollo della diga del Gleno: un’eredità culturale viva e vitale per la comunità”, elaborato dalla Proloco di Vilminore di Scalve, con la collaborazione della Biblioteca Civica, per raccontare la presenza e il significato del crollo della diga del Gleno tra le persone che abitano la Val di Scalve, utilizzando materiale d’archivio e materiale multimediale appositamente realizzato, e per creare una banca della memoria della comunità di eredità legata a questo triste evento. Il progetto, estremamente interessante in forza delle sue molteplici valenze culturali, si propone di fare il punto sull’immaginario legato alla diga del Gleno, con l’obiettivo di mettere in evidenza l’attualità della presenza della diga e le potenzialità che essa fornisce oggi per uno sviluppo culturale e comunitario della Val di Scalve, oltre a rimediare a una mancanza: l’assenza, fino a oggi, di un contenitore organico che raccogliesse le narrazioni – visive e non solo – del passato sul crollo della diga del Gleno.
Cliccate qui per visitare il sito e suoi i contenuti, nell’attesa che si concretizzi il progetto del Museo della Diga del Gleno, la cui apertura è prevista per il centenario del disastro, nel 2023.
P.S.: di un testo alquanto interessante che tratta del disastro del Gleno dal punto di vista tecnico ho scritto qui.
Tragico ma affascinante
Verissimo, purtroppo.
Ciao Ale! 😊