Ultrasuoni #19: Michel Petrucciani, quando Dio scese sulla Terra per suonare il piano

E così un giorno Dio (quello vero, non l’altro fittizio delle varie religioni), scese dal cielo qui sulla Terra, prese sembianze umane ma del tutto speciali, si mise al piano, cominciò a suonare. E per il tempo in cui restò quaggiù si fece chiamare Michel Petrucciani.

Questo mi viene da credere, se penso al grande pianista francese. Musicista realmente unico, di talento sovrumano, geniale, virtuoso ben oltre il funambolico, potente, capace di rendere affascinante ogni singola nota suonata e, per giunta, dotato di altrettanto sovrumane forza di volontà e energia vitale grazie alle quali ha saputo vincere la propria malattia ricavando da essa ulteriore vivacità e di contro, ovvero per gli stessi motivi, decidendo di vivere la propria esistenza nel modo più pieno possibile, senza farsi mancare nulla di virtuoso o di dannato, tra alcol, donne, sostanze proibite, eccessi vari e assortiti – sembra che un giorno disse al suo manager: «Voglio avere almeno cinque donne contemporaneamente, voglio fare un milione di dollari in una sola notte!». Il tutto, se possibile, sempre vissuto con una personalità insuperabile e comunque mirabile, anche perché tutto quanto reso carburante possente per la sua arte musicale e fremente energia da spandere ogni qualvolta saliva su un palco e mandava letteralmente in visibilio gli spettatori dei suoi concerti. D’altro canto egli stesso, di questo suo atteggiamento nei confronti della vita e delle difficoltà fisiche e pratiche che doveva superare quotidianamente, diceva: «La mia filosofia è quella di divertirmi davvero e non lasciare mai che nulla mi impedisca di fare quello che voglio fare. È come guidare una macchina, aspettando un incidente. Non è il modo di guidare una macchina ma, se hai un incidente, hai un incidente, punto. C’est la vie!».

Un mostro di bravura, un genio, un apice assoluto delle possibilità umane, un personaggio unico e inimitabile, uno dei più grandi musicisti di sempre che a suo modo ha cambiato per sempre la musica. O forse fu anche di più, Petrucciani – per tornare all’incipit di questo mio scritto e a quella volta in cui deve scegliere un nuovo pianoforte da acquistare presso un celebre costruttore: entra nella grande sala ove i vari modelli sono esposti, si aggira tra di essi, ne prova qualcuno, verifica le sonorità e poi, di colpo, si gira, ne indica uno e dice: «Prendo quello!». E quando il responsabile della casa costruttrice gli osserva che il modello scelto non l’ha nemmeno provato Petrucciani risponde: «Mi ha parlato, mi ha detto “Prendi me!”». Lo acquisterà e con quel pianoforte raggiungerà le più alte vette musicali e virtuosistiche. Ecco: dicevamo, di quel Dio sceso sulla Terra all’inizio di questo mio testo?

Oltre alle varie produzioni musicali e a quanto si può ritrovare sul web in tema di esibizioni dal vivo, c’è un notevole documentario che racconta la vita del genio francese: Michel Petrucciani | Body & Soul, del regista Michael Radford. È veramente molto bello, se ne avete occasione guardatevelo – qui sopra potete vedere il trailer. L’aneddoto sulla scelta del pianoforte, che ho citato a memoria, viene da lì.

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