Ok, è scientificamente provato che la razza umana, dopo aver ingannato chiunque capovolgendo la classifica che la metteva all’ultimo posto tra quelle viventi sulla Terra in quanto a intelligenza e con ciò arrogandosi il diritto di comandare su tutto e su tutti, sta distruggendo il pianeta sul quale vive. Dunque, che fare? Discutere con i personaggi fautori di questa distruzione? Come parlare ad un muro. Cercare con azioni politiche di fermare lo scempio? Propugnabile, se non fosse che molto spesso i politici si fanno corrompere da quelli. Quindi?
Beh, un altro sistema ci sarebbe ma non si può dire, pena l’accusa certa di sovversione, dunque piuttosto che dirlo meglio scriverlo: forse ha pensato questo Edward Abbey quando mise per iscritto il testo de I sabotatori (Meridiano Zero, 2001, traduzione di Stefano Viviani, prefazione di Franco La Polla; orig, The Monkey Wrench gang, 1975), romanzo che potrebbe pure passare per manuale d’azione, per così dire, sulla questione; e non sto affatto esagerando, visto come questo testo, e l’influenza intellettuale di Abbey stesso, almeno in parte, effettivamente influenzò alcuni movimenti piuttosto oltranzisti dell’ambiente ecologista angloamericano, Earth Firts! in primis.
Appunto, ecologia, difesa dell’ambiente “attiva”. I sabotatori – anche il titolo è fin da subito programmatico – è la storia di una piccola e raffazzonata banda di “ecologisti radicali” la quale un bel giorno decide che l’uomo lì intorno alle loro terre sta veramente esagerando con la sua totalitaria antropizzazione, cancellando la bellezza e l’anima di un territorio tra i più selvaggi e incontaminati di tutta l’America…

Leggete la recensione completa de I sabotatori cliccando sulla copertina del libro lì sopra, oppure visitate la pagina del blog dedicata alle recensioni librarie. Buona lettura!
Non conosco questo autore, ma da quello che hai scritto invogli a leggerlo. Queste sono tematiche che andrebbero continuamente affrontate, pur rimanendo all’interno di un campo d’azione moderato e pacifico. Mi piace il restyling delle pagine del blog 🙂
Buoooongiorno, Ale! 🙂
Scusa il ritardo con cui ti rispondo (che palle, il non avere mai tempo per fare ciò che si vorrebbe… 😦 ), e comunque buon anno! Che il 2015 sia peggiore del 2016!!! 😀 😉
Grazie del tuo apprezzamento, alla recensione e – soprattutto, se posso dire – al restyling del blog. L’autore merita, anche come personaggio, intendo: uno di quei pensatori piuttosto fuori dal coro, per questo non così conosciuto e magari a volte opinabile in certe sue affermazioni, ma anche di quelli che ti fanno riflettere parecchio – il che trovo sia l’elemento fondamentale, sempre. Poi, appunto, potrai essere d’accordo con lui o no, ma l’esercizio intellettuale sarà comunque stato proficuo.
Evviva evviva EVVIVA ALESSANDRAAAAA!!! 🙂
Non fare così Luca, che poi lo sai che mi surriscaldo… ❤ ❤ 😉 😀
Anche per me questo autore è sconosciuto (datato il testo originale 1975 e la traduzione italiana 2001) che evidentemente non ha lasciato il segno o forse è servito per riempire un buco di catalogo.
‘Ngiorno, Orso!
Guarda, negli USA questo testo è parecchio popolare. Non so se da noi sia servito per quello che dici tu, conoscendo (anche personalmente) i tizi della Meridiano Zero non credo sia così, solo che un libro del genere non è esattamente nelle corde del lettore medio nostrano, per tematiche e per stile. Non a caso la MZ non c’è più – o meglio, è stata assorbita da Odoya: aveva un catalogo di grande livello, a mio parere, ma sovente parecchio particolare e molto americano. Da appassionati, insomma: e se di lettori ce ne sono sempre meno, figuriamoci di appassionati…
Ah, e buon anno, neh! 🙂
Non dubito delle tue parole. Però ho ordinato il libro e l’ho trovato solo nell’outlet scontato del 50%. Devo dedurre che non abbia avuto un successo strepitoso.
Buon anno anche a te
Anch’io, anch’io… D’altro canto, in certe librerie, su quegli scaffali scontati spesso trovi delle vere e proprie chicche che per un motivo o per l’altro il pubblico non ha saputo/voluto apprezzare; e in effetti sono gli unici libri, quelli, che acquisto nelle librerie che non siano piccole e indipendenti – le quali usualmente non hanno (non possono avere) tali scaffali… 😉 🙂
Condivido quello che hai scritto.