Ieri, alla ventesima scuola elementare di scrittura emiliana, mi è venuto da dire che la battaglia di chi scrive è una battaglia con se stesso: non con gli editori, non con i critici, non con i librai, non con i distributori, non con i lettori, con se stesso.
E è una battaglia che spesso quello che scrive la perde. E è una cosa stupefacente. Ci sei solo te, e perdi.
(Paolo Nori, preso da qui.)
Forse – credo, temo – ha ragione, Nori. E forse – temo, anzi spero – è un bene che sia così. Una vittoria, ovvero credersi “vincitori” su sé stessi, in letteratura potrebbe essere una gran tragedia. Tutt’al più si può sperare in un pareggio, ma con la certezza che anche in tal caso la “sconfitta” è sempre dietro l’angolo, ben più di qualsiasi vittoria.
Non conoscevo questo artista. Grazie
Ciao Gianni!
Ti potrebbe sorprendere, Nori… prova ad approfondirne la conoscenza, poi mi dirai!
Grazie a te! 😉
Certo,con la mia consueta lentezza, ma lo farò.
La lentezza è sempre una virtù, in tali casi. 😉