
coltello”, ritagli arrotolati e infilati, colla, filo, dimensioni variabili. «Ho tagliato tutto il bianco tra
le righe di questo romanzo, per sottolineare l’intensità, la densità, a volte quasi insopportabile, della
scrittura. Ho poi arrotolato le striscioline del bianco tra le righe, ne ho fatto delle perline che ho infilato in una lunga collanina…»
Sono sempre molto attento a quelle ricerche artistiche che riescono ad unire arti visive e letteratura non solo con suggestione estetica ma anche, e soprattutto, con efficacia tematica, convinto che la letteratura debba recuperare quel titolo di arte a tutti gli effetti che invece i tempi moderni e le storture dell’editoria le hanno troppo spesso strappato via a forza, degradandola a mero bene di consumo e di intrattenimento “leggero”. Di contro, anche l’arte dovrebbe rivendicare il diritto di utilizzare la letteratura come proprio media – in forma e sostanza – naturale, così da intessere nuovamente e solidamente un legame imprescindibile e dal valore fondamentale.
Gli scrittori di frequente sembrano non capire quanto sopra, gli artisti invece pare lo comprendano maggiormente. Ad esempio Sabrina Mezzaqui, in mostra a Cesena fino al 2 Novembre con 4 opere parecchio significative di quanto ho sopra affermato, frutto peraltro di una ricerca artistica nella quale da sempre la letteratura è elemento privilegiato, sia come mezzo che come messaggio, ed il libro oggetto iconico e presenza visiva sovente necessaria – si vedano ad esempio molti dei suoi lavori, QUI (ed eccone uno, di seguito).

Se siete in zona Cesena entro il 02/11, passate a visitare l’esposizione: cliccate QUI per conoscere ogni dettaglio. Credo ne potrete rimanere facilmente affascinati.
Splendida e incantevole….davvero affascinanti queste opere!
Grazie Luca per averle condivise!
Buongiorno .marta!
E’ l’ennesima prova che il libro è arte, ha l’arte “dentro”, e quando non è così probabilmente è perché qualcuno quell’essenza “genetica” gliel’ha tolta con la forza…
Graziegraziegraziegraziegrazie, mitica .marta! 🙂
Che il libro sia arte non so.
Ammesso lo sia qui c’è stata una rielaborazione, recensione trasformata in Arte (ancora)
bellissima questa idea di aver “visto” il racconto scritto in questo modo.
ciao Luca
Che sia arte il libro, intendevo dire come “oggetto”, dotato di una sua ancestrale bellezza in senso materiale e ancor più metafisico, la quale porta con sé l’essenza primaria dell’arte ovvero la possibilità di comunicare un messaggio suscitando certe forti emozioni, ancor prima di leggere il testo contenuto. Che poi a volte si legge e… ecco che il libro si trasforma istantaneamente in strumento da disciplina atletica nel settore dei lanci! -_-
Ciao .marta! 😉