Libro, ma quanto mi costi! (Ovvero: di editori strozzini e autolesionisti, o del tirarsi la zappa sui… Libri!)

Continuo a rimanere assolutamente basito, prima, e appena dopo sconcertato e piuttosto incazzato, nel constatare i prezzi con cui vengono messe in vendita moltissime nuove uscite editoriali, nella stragrande maggioranza dei casi di letteratura mainstream – il che, inutile dirlo, spesso significa qualità non eccelsa, per essere gentili. E se posso sorvolare sul fatto che, altrettanto spesso, il nome degli autori non giustifica per nulla prezzi così elevati (ancor più se si tratta di nuovi scrittori/talenti, dacché far uscire il libro di un autore promettente a un costo così scoraggiante, significa segargli la carriera da subito, inevitabilmente!), non sorvolo affatto e mi incazzo anche più di prima nel constatare che sono soprattutto le grosse case editrici a sparare tali prezzi assurdi e non i piccoli editori! Non quelli che si arrabattano alla bell’e meglio, non quelli che vivono alla giornata contando le copie vendute per sopravvivere, non quelli che ancora fanno un autentico lavoro di talent scouting, ma i grossi gruppi editoriali dalle spalle forti e dai sederi spesso riparati da cuscini industriali e politici importanti, e che ormai hanno gettato alle ortiche (non tutti, ma quasi) la cura della qualità letteraria dei propri cataloghi per mirare spudoratamente all’utile di bilancio, seguendo perfettamente il modus operandi derivato da quel mercato la cui crisi finanziaria e morale (nella quale ancora sprofondiamo, inutile rimarcarlo) pare non aver insegnato un bel nulla, a molti.
In parole povere, e per essere chiari: a mio parere, ogni prezzo di libro che superi i 15/16 euro è sovente una bella ladrata. E prezzi di suppergiù 20 euro e oltre per libri di meno di 300 pagine – dunque con costi editoriali e tipografici non così rilevanti – sono una vergognosa presa in giro per i lettori. Soprattutto se smerciati da grandi editori, appunto. Quelli che spesso, dalle pagine o dagli schermi dei grandi media (loro sodali), si atteggiano a difensori della lettura e della cultura le quali invece stanno soffocando e affossando, e senza nemmeno rendersi conto, così facendo, di tirarsi da soli la zappa sui propri piedi.
Una tale situazione mi ricorda parecchio quella del mercato discografico, che ora boccheggia e accusa il web, tra circolazione digitale della musica ormai comune, filesharing più o meno lecito e piraterie varie e assortite, di aver “ucciso la musica” stessa e i supporti musicali “classici”, e non si rende conto (beh, certamente finge di non rendersi conto!) che se qualche tempo fa la gente ha cominciato a scambiarsi files musicali sulla rete saltando a piè pari l’intero sistema di mercato delle majors discografiche, è anche perché le stesse hanno avuto la faccia tosta di mettere in vendita per anni CD (di musica pop/mainstream, dunque di produzione e tiratura industriale, quindi con costi pre e post vendita bassi e ben spalmati sulla alta quantità) a prezzi indecentemente superiori ai 20 euro.
Non si tratta di non pagare nulla, o di fare i morti di fame agognando il prezzo più basso possibile a prescindere da tutto ovvero di lasciarsi andare alla più incontrollata e stolta pirateria. Si tratta di pagare il giusto – e intendo il giusto da subito, non attraverso il sistema degli sconti, ennesima ottusa stortura del mercato editoriale e arma di oligopolio per le grosse case editrici – e di riconoscere l’equo compenso a chiunque, lettore incluso, offrendogli una buona qualità letteraria in cambio di un prezzo incoraggiante e capace di rendere la lettura ancora più desiderabile, gradita e piacevole. Eppoi, per questo e per altri motivi, ci si lamenta che dalle nostre parti la gente non legge! E’ come stare su un carro spandi-letame in azione, e poi lamentarsi della puzza che si sente…
Perché, insomma, va bene tutto, ma speculare in tal modo sulla cultura cercando di arraffare quanti più soldi possibile dai portafogli dei lettori mi sembra una cosa del tutto delinquenziale. Opinione personale, ovvio.

8 pensieri riguardo “Libro, ma quanto mi costi! (Ovvero: di editori strozzini e autolesionisti, o del tirarsi la zappa sui… Libri!)”

  1. Opinione più che condivisibile, per quanto si possa amare la lettura il portafogli ha sempre un suo peso nel prendere le decisioni. Anche se la cosa che mi fa davvero irritare sono gli e-book venduti a prezzi da edizioni economiche cartacee

    1. Hai assolutamente ragione! Ennesimo sistema in uso da parte di molte
      case editrici per arraffare quanti più soldi possibile ai lettori, per la serie “visto che di libri di carta se ne vendono sempre meno, rivaliamoci su quelli digitali!”. Ovvero, a mio parere, ennesima prova dello stato non certo sano in cui si trova l’editoria nostrana, che affonda lentamente ma, piuttosto che cambiare rotta e avvicinarsi alla costa, punta dritta verso il largo, dunque verso i fondali più profondi…

  2. Io non sono più interessato alle librerie tradizionali tipo mondadori o feltrinelli. A dire il vero mi angosciano e le considero poco democratiche (pile enormi all’entrata di baricchi e fabi voli). Frequento mercatini lerci e trovo dignità nelle vecchie edizioni in cui lo scrittore spariva dietro la sua opera. I vecchi tascabili mondadori degli anni 70 come le vecchie edizioni einaudi (soprattutto gli struzzi) hanno seri apparati introduttivi non ancora corrotti dall’editora di oggi. D’altronde per chi vale la pena spendere 15-20 euro oggi ?

    1. Nulla da aggiungere, Combray!
      Ottime considerazioni, e mille ragioni: è vero, certi mercatini di libri usati e vecchie edizioni fuori mercato sono dei forzieri tanto ignorati quanto preziosi di tesori letterari notevoli. Condivido pienamente anche l’osservazione sugli apparati introduttivi: testi spesso fondamentali non solo per il volume del quale erano pre/postfazione e grandi strumenti di educazione critico-letteraria (almeno per me) che oggi sembrano diventati superflui, per molti editori. Forse perché quella mezza dozzina di pagine in più mandano in rosso il conto spese delle pubblicazioni…

      1. …O forse anche perche di molta roba che esce oggi c’è ben poco di cui disquisire, poco o tanto argutamente…

  3. fermo restanto che condivido il tuo post in tutto, soprattutto per quanto riguarda il giusto compenso ed il meccanismo degli sconti
    ciao
    Fabrizio

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