Domani sera, a San Vito di Cadore, si parlerà di un’altra opera prevista per le Olimpiadi di Milano-Cortina 2026 assai contestata da più parti della comunità locale: la variante Anas che prevede di superare il centro di San Vito con un progetto mastodontico e alquanto impattante per il paesaggio locale: una bretella di 2,3 chilometri, due rotatorie, un ponte a unica luce di 80 metri, un viadotto e quattro gallerie antirumore. Ora le attività di scavo sono cominciate: 1,5 chilometri di prato ad alto valore ecologico e paesaggistico, oltre che storico per la presenza di edifici e manufatti secolari (mulini, segherie, filande), in teoria protetta dai piani urbanistici vigenti, sono stati rimossi e al loro posto c’è una lunga striscia di terra brulla delimitata da una recinzione che lambisce addirittura abitazioni e strutture scolastiche. Riassume bene il caso questo articolo su “Altræconomia” di Lucia Michelini, che modererà la serata, così come lo fa il video che è linkato qui sotto:
La variante in realtà era già in programma nell’ambito dal Piano di adeguamento della viabilità statale per i Mondiali di sci alpino del 2021 e il collaudo tecnico si sarebbe dovuto fare entro il 31 dicembre 2022; ciò non è avvenuto e ora la variante è stata riprogrammata nell’ambito delle opere olimpiche, così da facilitarne l’imposizione al territorio in forza dell’importanza dell’evento e del valore politico ad esso sovraccaricato. Contro di essa si è formato il comitato “No variante Anas di San Vito di Cadore” che sta cercando di tutelare il territorio locale, anche per il fatto che il Cadore è una zona soggetta a elevato rischio idrogeologico e che ogni nuova infrastruttura richiederebbe un approfondito studio e lavoro di messa in sicurezza dei versanti soggetti a colate detritiche. Il comitato in effetti non è contrario tout court a una nuova viabilità locale (la quale peraltro serve soprattutto se non unicamente Cortina d’Ampezzo e le sue esigenze turistiche, più che gli altri comuni del Cadore) ma chiede di valutare alternative meno impattanti e obiettivamente più logiche, oltre a sostenere altre iniziative di evidente ausilio al riguardo ma da tempo trascurate dalla politica locale. In primis il blocco del passaggio dei Tir che non hanno nessuno scopo di passare da queste parti se non per mera convenienza economica (la strada statale Alemagna, che attraversa il Cadore, è usata dai Tir come bypass per evitare il pagamento del pedaggio al Brennero), ma anche un potenziamento del trasporto pubblico, che oggi è alla deriva: basti pensare che la domenica non c’è neanche un autobus che collega le vallate del Cadore, per non parlare del trasporto urbano all’interno delle città. Il comitato ritiene che il problema del traffico va affrontato in modo coordinato, trovando delle alternative dove ci sono e non limitandosi alla costruzione di nuove strade: una posizione che non si può non condividere sotto ogni punto di vista e innanzi tutto di quello delle montagne del Cadore che, pur in presenza di una già notevole antropizzazione, il prossimo evento olimpico rischia di cementificare e degradare oltre ogni limite ammissibile.
