A volte si possono riscontrare in circolazione notizie e immagini relative alla ristrutturazione di rifugi di montagna che destano parecchi dubbi, soprattutto in merito all’integrazione – non solo dal punto di vista estetico – degli edifici rinnovati con l’orografia, l’ambiente e il paesaggio circostanti. Non serve rimarcare che il rifugio di montagna non è un edificio come un altro, e qualsiasi intervento edile, architettonico o strutturale deve innanzi tutto fondarsi su una compiuta e consapevole sensibilità nei confronti del luogo in cui si trova, per il quale deve necessariamente rappresentare un elemento armonico, contestuale, dialogante con tutto quanto abbia intorno, sia di materiale e sia di immateriale – la storia del luogo, ad esempio.
Per citare un caso recente, ha generato non poco dibattito la costruzione del nuovo Rifugio Santner al Catinaccio (lo vedete qui sotto), criticata da molti e pure io sono tra quelli che la trova brutta e esteticamente decontestuale rispetto al luogo nel quale è stata edificata oltre che pensata per una fruizione decisamente poco “alpina” e molto “urbana” della montagna.
Ovviamente posso ben capire che non tutti siano d’accordo con queste mie considerazioni e alcuni rimpiangano le vecchie case tradizionali: è comprensibile, d’altro canto, se innovazione ci deve essere e io credo che ci debba essere in ogni attività umana al fine di creare nuove tradizioni – come dice quel noto motteggio – restando al passo con i tempi senza correre più veloce ma senza nemmeno restarne indietro, penso che quello proposto dal nuovo Rifugio Petrarca sia uno dei migliori esempi al riguardo.
Trovate alcuni approfondimenti sul progetto del rifugio in questo articolo tratto da cantieridaltaquota.eu, insieme a considerazioni su altri recenti lavori a rifugi alpini – tra le quali noterete un giudizio sostanzialmente positivo, dal punto di vista progettuale, del nuovo Rifugio Santner, il che dimostra che il dibattito sul tema è comunque vivo e ciò auspico possa essere un elemento favorente il buon senso critico al riguardo.
Tralasciando i discorsi di funzionalità, io trovo bruttissimo il Petrarca e non male il Santner. Il Petrarca ha uno stile post-Gaudiano, l’altro è una riedizione futuristica di forme già viste,
Buongiorno Giulio,
opinione assolutamente legittima, la tua, e utile al dibattito. Dal mio punto di vista le doti da te indicate funzionano invece in modo opposto, a favore del Petrarca e a sfavore del Santner, ma per fortuna che esistono opinioni, sensibilità e giudizi differenti!
Grazie di questo tuo commento!
Dico la mia opinione per quello che vale. Trovo esteticamente brutti entrambi i rifugi anche se quello al Catinaccio tenta, dico tenta, di armonizzarsi con la parete.
Il Petrarca sarà funzionale ma mi appare come una struttura di città. Sarà che sono all’antica ma preferisco le vecchie strutture minimali.