In cammino

Ma il camminare di cui parlo non ha nulla a che vedere con l’esercizio fisico propriamente detto, simile alle medicine che il malato trangugia ad ore fisse, o al far roteare manubri o altri attrezzi; è, il camminare di cui parlo, l’impresa stessa, l’avventura della giornata. Se volete fare esercizio, andate in cerca delle sorgenti della vita. Come è possibile far roteare dei manubri per tenersi in salute, mentre quelle sorgenti sgorgano, inesplorate, in pascoli lontani!” (…) “I dintorni offrono ottime passeggiate; e sebbene per molti anni io abbia camminato quasi ogni giorno, e spesso per molti giorni consecutivi, non ne ho ancora esaurito tutte le possibilità. Una prospettiva assolutamente nuova rappresenta una grande felicità, che può venir colta in un qualsiasi pomeriggio. Due o tre ore di cammino mi possono condurre nel luogo più straordinario che mi sia mai accaduto di ammirare.” (…) “Ed effettivamente è possibile scoprire una sorta di armonia tra le risorse di un paesaggio entro un raggio di dieci miglia, o i limiti di una passeggiata pomeridiana, e i settant’anni della vita umana. Né gli uni né gli altri vi diverranno mai troppo familiari.

Henry David Thoreau

Con questo articolo introduttivo inauguro e dedico una nuova sezione del blog al camminare. Sì, il cammino, l’andare a piedi, una delle più solite e ovvie attività umane. La sezione si intitolerà In cammino.

“Ma che centra una sezione del genere in un blog dedicato fondamentalmente, nel senso e nella sostanza, alla letteratura e alla cultura in generale?” qualcuno potrebbe chiedersi. Apparentemente poco, a parte la consueta considerazione che anche l’andare a piedi può diventare uno strumento di scoperta culturale – camminare nel paesaggio naturale, nei luoghi d’arte… In verità, l’idea di fondo di questa sezione del blog vuole essere più articolata e approfondita, soprattutto dal punto di vista essenziale.
Innanzi tutto, come recita il titolo di un bel libro sul tema, camminare è una pratica estetica, un movimento – di nome e di fatto – di riscoperta di una condizione primitiva alla ridefinizione della condizione umana moderna, e ciò nell’ottica di un’altra fondamentale considerazione, a sua volta ovvia eppure non scontata: il camminare è una delle più forti e più accessibili espressioni della libertà individuale. Rappresenta il primo atto di scoperta – o di ri-scoperta – del mondo e della realtà che abbiamo intorno, e ci offre la condizione migliore in assoluto affinché di quella realtà noi si possa ricercare, indagare, cogliere e comprendere le insite verità. Non può essere considerata dunque soltanto alla stregua di una mera attività fisica – quantunque è ovvio che la “forma primaria” sia questa – dacché può senza dubbio diventare, per l’appunto, una pratica di natura ben più ampia: estetica, senza dubbio, per come attraverso il cammino noi tracciamo il nostro percorso spaziotemporale attraverso il paesaggio, il territorio e gli ambienti che attraversiamo, come una sorta di lunga scrittura composta da segni virtuali che, sotto molti aspetti, dicono di noi e di ciò che siamo. Inoltre è una pratica mentale – non serve dire che il cammino agevola forse come nessun altra cosa il pensiero (ulteriore forma assoluta di libertà!), la riflessione, la meditazione – e dunque filosofica, ricollegandomi a quanto detto poco sopra sulla comprensione della realtà e delle sue verità; non per ultimo, è una condizione che eleva la vita, intesa nel senso più ampio possibile, ad un livello superiore all’ordinario, legandola al proprio spazio e al proprio tempo – dimensioni principali che determinano la sostanza del movimento, come già accennato poco sopra – e alla presenza nel mondo, alla interazione totale con esso (il cammino prevede il totale controllo dell’azione, esteriore e interiore, da parte dell’individuo), dunque in qualche modo rendendola pienamente vissuta.
Nella sua semplicità, il camminare rappresenta un’attività ricolma di valori, di sensi, di significati e di potenziali possibilità. Personalmente ne ho prova ogni volta la metto in pratica – lentamente o più speditamente, attraverso la corsa di lunga distanza – per come durante lo stato di camminamento (passatemi ‘sta espressione un po’ forzata…) la mia mente è in grado di formulare idee e ispirazioni letterarie come non mai: credo sul serio che buona parte delle cose che potete leggere non solo nei miei libri ma in generale negli scritti di varia natura pubblicati su carta e sul web vengano proprio da “intuizioni camminatorie”. E’ come se – ribadendo in altro modo quanto espresso poco fa – il camminare metta la mente, l’animo e lo spirito in una condizione di maggiore illuminazione, maggiore lucidità intellettuale, migliorata perspicacia – nonostante la fatica che naturalmente dopo un po’ potrebbe sorgere.

Anche per questo ho deciso di realizzare questa sezione, qui sul blog. Trovo grandissime affinità tra l’attività del camminare e quella dello scrivere: la scrittura è un cammino lungo numerose pagine bianche che lascia delle tracce d’inchiostro, la camminata è una scrittura su pagine fatte dai paesaggi del mondo che lascia tracce sul terreno, in forma di orme e impronte, ma pure che tratteggia un passaggio, un transito ovvero il segno del nostro essere vivi e attivi.
Sono affinità che poi qui rendo concrete, effettive: in questa sezione del blog, infatti, vi presenterò (oltre ad altre cose) i testi letterari editi che hanno come tema il cammino, l’andare a piedi – senza un preciso ordine cronologico, ovvero non necessariamente scelti tra quelli appena pubblicati. Ve ne sono moltissimi, più o meno interessanti: ovviamente, per come potrò farlo, cercherò di presentarvi quelle opere, classiche o recenti, appunto, che ritengo più significative sul tema e dunque illuminanti il senso più pieno ed essenziale del camminare. Ciò servirà anche a creare, col tempo, una sorta di piccolo ed emblematico archivio di testi, ma pure di documenti, siti web, testimonianze varie e quant’altro relativo ai temi sopra indicati.

Perché lo faccio? Beh, per tanti motivi, ma forse in particolare per uno sostanziale: perché, come scrivevo all’inizio di questo pezzo, il camminare in quanto pratica tra le più ancestrali, quotidiane e ovvie, proprio in tale sua semplicità racchiude il segreto di un modus vivendi oggi quanto mai prezioso e necessario, attraverso il quale rinvigorire la nostra consapevolezza sociale e sociologica (ma pure civica) di esseri viventi senzienti, intelligenti e capaci di senso critico: col semplice andare a piedi, con una tale banale azione, istintiva e meccanica, forse noi realmente compendiamo e mettiamo in atto il più profondo e primario senso della vita.

Dunque, buone letture e, ovviamente, buone camminate!

P.S.: un doveroso ringraziamento va a Tiziano Milani, dalle cui reciproche chiacchierate sull’argomento è anche scaturita l’idea di questa sezione.

8 pensieri riguardo “In cammino”

    1. Grazie, ma devo assolutamente ricambiare!
      Ho fatto solo un primo giro rapido nel tuo blog, ma subito l’ho trovato molto affascinante ed espressivamente intenso. Ci devo tornare con più calma perché lo merita parecchio…
      Grazie ancora, Luna!
      Luca

  1. Andare in cerca della sorgente della vita. Quando “minds worked much” si mettono in moto è sempre utile ascoltare e leggere. L’addestramento è tutto e oltre tutto.
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