“Mi è venuta un’idea, ci sto pensando in questi giorni e non mi sembra così male… Io, Robezio lo conosco da una vita, letteralmente dal momento che abbiamo un solo giorno di differenza nell’età (raccontano le cronache che quando venni portato nella nursery poche ore dopo il parto, cioè in un momento nel quale non avevo ancora la piena capacità di controllo del mio corpo, scaturì dal mio cosino un simpatico zampillo di pipì, e chi andò ad innaffiare sul visino con precisione millimetrica? Esatto, Robezio, che era da qualche ora in più! – giusto per creare un motivo di legame fin da subito, certo in modo un po’ originale – d’altronde non si poteva mica pretendere che io, vivo solo da qualche mezz’ora, mi mettessi a scrivergli una e-mail – peraltro cosa che magari ero anche in grado di fare, se solo la posta elettronica all’epoca fosse già stata inventata…) – insomma, siamo cresciuti insieme, posso dire che lui per è ciò che si definisce il migliore amico, certo a volte abbiamo delle discussioni, dei diverbi, ma naturalmente non abbiamo i caratteri identici – io sono più fantasioso, lui più pragmatico – e poi quelli sono gli screzi tipici di una vera amicizia, quelli che sembra che ci si stia per scannare e un attimo dopo, appena si conclude il diverbio, bene, amici come e più di prima, e arricchiti dalle critiche e dai rimproveri che ci si è appena scambiati… Per cui, vi dicevo, l’idea è quella di proporgli di aprire una società insieme, noi due – io sto cercando lavoro, come sapete, lui non è che sia soddisfatto di quello che ha (è usciere nella portineria di una grossa industria, con l’eccezionale strabismo che si ritrova controlla entrambe le entrate allo stesso tempo compiendo da solo il lavoro altrimenti fatto da due persone, con notevole gradimento dei suoi capi che in tal modo risparmiano uno stipendio… E’ un lavoro piuttosto insipido, tuttavia…)… Io ci metto l’inventiva, la fantasia, lui il suo pragmatismo e le innegabili capacità organizzative: non credo sia un’idea malvagia… Ad esempio, potremmo creare una dinamica società di consulenza per l’apertura di innovativi locali notturni e di svago… – ho già in mente alcune idee che mi sembrano buone, sentite un po’: un locale da rendere frequentato soprattutto da belle bambolone filiformi, bionde, con gli occhi azzurri: il Bar B! Penso che sarebbe sempre pieno… Viceversa, un locale fatto apposta per il relax più totale e profondo, la pigrizia, per il non fare un bel niente tanto da diventare abulici: il Bar Biturico! (magari potrebbero essere quelle stesse belle bambolone filiformi, bionde, con gli occhi azzurri, a diventare abuliche: sarebbe il Bar B Turico!)… Oppure ancora, un locale talmente bello e affascinante da impedire a chi ci entra di alzarsi da dove si è seduto e andarsene, se non dopo una bella bevuta sufficiente a essere adeguatamente sbronzi: il Bar Collante! Ci potrebbe anche essere una versione un po’ più estrema di questi due locali citati, roba da esperienza forte: il Bar Ella! E una ancora più estrema, per chi proprio sente di non avere più nulla da perdere: il Bar A!… Beh, non vi sembrano idee brillanti? A me sì, e in ogni caso se Robezio non volesse impegnarsi nel settore dei locali pubblici, potremmo investire le nostre forze in consulenze di stampo più professionale, industriale… Qualche progetto a caso che ho in mente, e che potrebbe trovare l’interesse di molte società: per un azienda di trasporti pubblici, ad esempio, un progetto di assegnazione di parte delle linee o delle corse del trasporto urbano su rotaia alle persone che ritengono di appartenere al sesso opposto a quello anagrafico e fisiologico: il tramsessuale! Oppure, questo per l’industria bellica, per riportare gli armamenti su un piano più etico e naturale contro la proliferazione delle cosiddette “armi intelligenti” che avrebbero dovuto diminuire i danni per i civili e invece è sovente accaduto il contrario, ecco Hiroscema, la bomba non intelligente, quella che non si sa dove va’ a finire e magari cade pure in testa a chi l’ha lanciata (il gusto dell’imprevisto è da sempre quanto di più stimolante vi possa essere in qualsiasi attività umana… Eppoi chi la fa l’aspetti!…)… O ancora, un ottimo ausilio per l’industria tipografica, un congegno per la conservazione e la salvaguardia dei caratteri grafici più preziosi in uso per le stampe: il preservatipo…“
Brano tratto da La mia ragazza quasi perfetta, penultimo romanzo di Luca Rota (sì, proprio io!) e predecessore di Cercasi la mia ragazza disperatamente, ovvero primo volume della trilogia di Tizio Tratanti, il cui terzo e ultimo volume uscirà in un prossimo futuro…
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