Temo che, qualche giorno fa, i passanti lungo una via pedonale del centro di Bergamo nella quale mi trovavo mi abbiano preso per pazzo quando, passando di fronte alle vetrine di una libreria, le ho viste “agghindate” da questo libro (che vi mostro in un’elaborazione emblematica, a mio modo di vedere)…
D’altro canto, seriamente, che altra reazione si può avere di fronte a cotanto “personaggio”, alle sue manifestazioni pubbliche e al nulla assoluto travestito e millantato da “tutto divino” che ne scaturisce?
Peraltro credevo – anzi, meglio dire speravo – che il figuro fosse sparito dalle scene, non sentendone più parlare. Ma forse è colpa mia, che frequento troppo poco i media nazional-popolari e non sono aggiornato su tali facezie come potrei e per giunta, a pensarci bene, in Italia come al solito sono quelli bravi che vengono messi da parte, non gli altri.
Fortunatamente, qualche giorno fa è uscito sulla rivista “Pangea” un sublime tanto quanto obiettivo articolo-recensione di Paolo Ferrucci – sempre bravissimo e interessante nei suoi scritti – sul tizio in generale e su questa sua recente “fatica letteraria” in particolare, utilissimo a rimettere al giusto posto gli elementi al riguardo così da palesare (oddio, penso in un paese normale non ce ne sarebbe bisogno ma evidentemente sono troppo ottimista, a volte) l’inconsistenza assoluta di tutto quanto afferente al tale in questione. Un articolo da leggere e ponderare bene, senza alcun dubbio.
eh sì