Non guardo quasi mai la TV – lo rimarco spesso, ci tengo – e qualche giorno fa, in casa altrui con televisore acceso, ho potuto constatare che, ancora, intorno all’ora di cena va in onda tutta quella messe di quiz di idiozia stratosferica il cui concetto fondamentale, riassumendo in modo succinto tanto quanto pragmatico, è “più c’hai culo, più vinci”.
E se la prima sensazione è quella di un’ira funesta che al confronto quella del pelide Achille è roba da torneo di scopa in un ospizio, la seconda, appena dopo, è quella di un frustrante sconforto, per come tali quiz sappiano rappresentare perfettamente la decadente e letale pochezza della nostra società contemporanea.
Porca miseria, nei quiz mikebongiorneschi di un tempo – tipo Lascia o Raddoppia, per dire – partecipava gente del calibro di John Cage, uno dei più grandi geni del Novecento, e alla stesura delle domande contribuivano intellettuali come Umberto Eco… Secondo alcuni rappresentavano i primi esempi di trasformazione in valore monetario del sapere (in senso negativo, s’intende), ma certamente quelli che vincevano, allora – dacché si presuppone pure che in quegli anni non vi fossero sospetti di brogli e intrallazzi ad’uso d’audience come oggi – erano veri e propri pozzi di scienza nelle materie per le quali si presentavano. Era una forma evidente di meritocrazia, in buona sostanza. Mediatizzata quanto si vuole – e quanto potesse esserlo allora – ma lo era.

Non so cosa abbia risposto la tizia che appare nell’immagine in testa al post alla domanda su cosa lava l’orsetto lavatore, ma mi auguro che seguendo l’indicazione apparente delle lettere abbia effettivamente risposto il culo. Perché in questo modo avrebbe ovviamente sbagliato la risposta, ma sarebbe di sicuro apparsa più onesta e coerente, con sé stessa e con quelli che (con tutto il rispetto) hanno il coraggio di guardare queste divertenti tanto quanto ignobili produzioni televisive contemporanee.
Secondo me, è molto l’Italia ad essere finita con il CIBO per terra…
come direbbe l’orsetto lavatore qui sopra. 🙂
Gianni, un commento metaforicamente perfetto! 😀 🙂
Grazie!
😉
felicemente… triste sigh
Il quiz aveva anche un’importanza di alfabetizzazione: c’era solo quello in tv e chi aveva la fortuna di vedere la tv, imparava anche qualcosa. Ora le domande che fanno sono così stupide che ci si chiede come si possa definire quiz una simile pantomima.
Povera Italia…
Verissimo, Stefano, ottima osservazione. I quiz di un tempo insegnarono molto agli italiano di allora; quelli di oggi, col loro nozionismo stupido e ridicolo al punto da risultare spesso grottesco, ottengono proprio l’effetto opposto. Come se ce ne fosse bisogno, poi… 😦
Grazie, come sempre! 🙂