Fatta l’Italia, “fatti” gli italiani…

Cerco qui nel blog di non occuparmi di argomenti “bassi”: non so se ci riesco sempre, ma almeno ci provo. Tuttavia qualche riflessione che regolarmente mi gira in loop nella testa in determinate circostanze, unita a una predisposizione a preservare la memoria di certe idee di Massimo D’Azeglio (!?), mi impone di mettere per iscritto alcuni appunti, sapendo bene di scoprire l’acqua calda tanto quanto di non dover dimenticare quanto ci si possa ustionare, a starci dentro…
Lunedì sera, per la partita della nazionale, “un italiano su due era davanti alla TV” – come hanno certificato molti media (ad esempio questo). Niente di male, per carità: questo non è certamente un problema, anzi! O non lo dovrebbe essere, un problema, se non fosse che, puntualmente, nei vari commenti sul merito sono risaltati fuori termini quali “patriottismo”, “senso di appartenenza”, “orgoglio” e altro di simile. Lo stesso Gianluigi Buffon, portiere della nazionale suddetta, le ha usate con notevole enfasi (vedi qui) e con parole che certo stridono con quelle di tanti altri che, vista la situazione in cui versa l’Italia, si dicono invece assai poco orgogliosi di essere italiani. Bene, giusto così, se non fosse che (e due) il personaggio in questione (e con lui tanti altri affini) guadagna 6 milioni di euro all’anno, ovvero 500 mila mensili (fonte: qui). Scommetto che molti “esodati”, molti terremotati emiliani o di altre parti, molti imprenditori strozzati dall’eccessivo carico fiscale italiano ovvero molti altri cittadini “normali”, con quegli introiti annui, si direbbero pur essi orgogliosi e patriottici ben più di quanto sentono di poter dire, ora, e nonostante i media, che con quel “un italiano su due davanti alla TV” vorrebbero farci credere che gli italiani, quando serve, sanno tirare fuori un gran patriottismo e un mirabile senso di appartenenza alla nazione… Se non fosse che, (e tre!) un italiano su tre (ecco!) ad esempio non sappia perché si festeggi il 2 Giugno, e che l’identità nazionale conti solo per il 45% dei cittadini (fonte: qui).
Ergo: ancora una volta l’unica (artificiosissima) rappresentazione dell’orgoglio patriottico italiano viene da personaggi che guadagnano più di trecento volte una persona normale, che fanno parte di un mondo (il calcio) intriso di corruzione e illegalità, e che stanno ben attenti a non dire che il loro “attaccamento” alla maglia azzurra significa sostanziosi premi partita, in caso di vittoria.
Una mediocrità rappresentata da una devianza. Un miserrimo guazzabuglio, insomma.
Sarò pessimista, populista, qualunquista e pure stronzo, ma sovente mi viene da pensare che ciò che stanno subendo, gli italiani, un po’ se lo meritano: hanno intorno il proprio paese che va’ allo sfacelo e (molti) non fanno nulla, ma la nazionale di calcio è tra le più forti del mondo, e (molti) esultano con energia e convizione invidiabile, che un decimo di esse farebbe dell’Italia il posto più civile e socialmente avanzato del pianeta.
Bene. Come a dire: siamo su un aereo che sta precipitando, ma i sedili al suo interno sono di gran classe. E un buon sedativo ci eviterà pure qualsivoglia paura e dolore. Tanto ormai, di medicine del genere, gli italiani sono fatti e strafatti