L’iperturismo cafone, anche in Svizzera

L’Oeschinensee, nel Canton Berna, è un po’ il lago di Braies svizzero (o viceversa, ovviamente). Come questo, è un luogo tra i più spettacolari delle Alpi e, in quanto tale, soggetto a flussi turistici intensi, tant’è che in loco come a Braies si parla da tempo di overtourism. E di come correre ai ripari.

In Svizzera, al riguardo, si è deciso che, a partire da maggio, verrà introdotta la prenotazione obbligatoria on line del biglietto per la funivia che porta al lago. Sarà possibile scegliere la fascia oraria: in caso di maltempo o malattia, sarà possibile scegliere un’altra data ma, in ogni caso, la prenotazione farà da filtro di selezione e limitazione degli afflussi al lago.

È una decisione ovviamente comprensibile e inevitabile, la cui efficacia sarà da verificare nel corso della prossima bella stagione.

Tuttavia, ancora una volta mi pongo la domanda se quella relativa all’overtourism non sia solo una questione di numeri, di quantità di turisti in loco, ma pure se non soprattutto di qualità delle presenze. Leggo su “Tio.ch” che «L’anno scorso, i proprietari del Berghotel Oeschinensee sono stati costretti a chiudere l’hotel per la stagione: la situazione era degenerata. I visitatori manifestavano mancanza di rispetto sociale e arroganza verso il personale di servizio. In alcuni casi, sono state anche segnalate molestie, commenti sprezzanti, abusi e persino minacce di morte.»

Già: anche in Svizzera, dunque, l’iperturismo si contraddistingue per il suo impatto non solo ambientale ma pure culturale e, per così dire, etico. Per la sua frequente cafonaggine, insomma: una caratteristica che degrada ancora di più i luoghi nei quali l’overtourism si manifesta. E che, a mio modo di vedere, lo rende un fenomeno ancora più da contrastare: non solo materialmente, con provvedimenti di limitazione e contenimento radicali, ma anche dal punto di vista culturale, della necessaria “rieducazione” di una parte importante del pubblico turistico nei confronti dei luoghi che visita. Oltre che di certi montanari locali che, pur di fare affari con la gran massa di turisti, chiudono entrambi gli occhi sul degrado crescente delle proprie montagne, ecco.

N.B.: Le immagini dell’Oeschinensee che vedete sono tratte da facebook.com/oeschinenseeCH.

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