Le doti di problem solving di certi individui che lavorano in realtà professionali anche importanti con la specifica mansione di “problem solver”, ovvero essendo pagati per supposte specifiche “competenze” al riguardo, sono pari a quella del tennista principiante che, dopo aver vinto la sua prima partita (contro uno ancora più scarso di lui), è convinto di poter respingere un asteroide che stia precipitando sulla Terra, e così salvarla da una altrimenti sicura distruzione, con la propria racchetta da tennis. Ecco.
Ma il problema forse ancora maggiore, per giunta, è che ci sono altri individui intorno a lui che gli danno fiducia, e osservano l’asteroide ormai prossimo all’impatto con l’espressione tranquilla e un po’ strafottente di chi dice «tanto non ci fai un c…!»
La “risoluzione” è certa, senza dubbio, ma non nel modo che quelli credono.