“Dato che in ognuna di queste conferenze mi sono proposto di raccomandare al prossimo millennio un valore che mi sta a cuore, oggi il valore che voglio raccomandare è proprio questo: in un’epoca in cui altri media velocissimi e di estesissimo raggio trionfano, e rischiano d’appiattire ogni comunicazione in una crosta uniforme e omogenea, la funzione della letteratura è la comunicazione tra ciò che è diverso in quanto è diverso, non ottundendone bensì esaltandone la differenza, secondo la vocazione propria del linguaggio scritto.“
Italo Calvino, da “Rapidità” in Lezioni americane. Sei proposte per il prossimo millennio, Garzanti, Milano 1988)
Calvino lo scrisse nel 1985, quando il web era ancora in fase embrionale e i “media velocissimi e di estesissimo raggio” di allora sarebbero lentissimi, oggi, se non forse scomparsi, in alcuni casi, ovvero soppiantati da altri più evoluti. Il valore della letteratura espresso dal grande autore ligure, dunque, è ancora più importante, proprio adesso che viceversa certa materia letteraria si è fatta ammorbare dalla crostosa piattezza uniforme e omogenea. In essa, quando è buona, vi è ancora comunicazione tra diversi elementi, appunto: c’è dialogo, confronto, conoscenza. Cultura. Proprio questa presente, dunque, potrebbe essere un’età d’oro, per la letteratura. Il fatto che non lo sia (o non lo sia pienamente, se devo essere forzosamente ottimista) è, a mio parere, un’evidenza allarmante.