In 4×4 a devastare Champorcher

Vi scrivevo di recente del raduno di mezzi 4×4 che si svolgerà il prossimo settembre tra Valmalenco e Valtellina, il quale secondo gli organizzatori sarebbe basato «sul rispetto della Natura». Con un potente fuoristrada a oltre 2000 metri di quota, certo, come no!

Ecco invece cosa mi segnalano che accadrà il prossimo fine settimana a Champorcher, in Valle d’Aosta, ai margini dell’area protetta del Parco Naturale del Mont Avic:

«Alla scoperta di Champorcher in Panda 4×4»? Alla devastazione di Champorcher in Panda 4×4, piuttosto! Una devastazione ambientale e ancor più culturale, peraltro con il consenso del Comune locale che concede il proprio logo sulla locandina evidentemente per rimarcare la vicinanza agli organizzatori. I quali però raccomandano l’obbligatorietà del «comportamento responsabile» ai partecipanti motorizzati: oltre al danno la beffa in pratica, anzi: oltre alla devastazione, la presa per i fondelli!

Ma ci si va così in montagna a divertirsi? A bordo di un 4×4? Forse sì, ma solo se si soffre di qualche forma di alienazione mentale!

[L’alpeggio di Dondénaz, posto poco sotto il Rifugio Dondena che sarà una delle mete del “Vertical Panda”. Immagine tratta da www.lovevda.it.]
Ribadisco il mio pensiero: queste manifestazioni sono crimini ambientali in nuce – veramente non riesco a pensarli in altro modo più “gentile” – che solo una legislazione troppo lasca e la totale insensibilità nei confronti dei territori montani e dei loro ambienti naturali – purtroppo spesso manifestata dagli stessi abitanti di quei territori e dai loro rappresentanti istituzionali – possono consentire. Sono manifestazioni di violenza motoristica e culturale che vanno osteggiate in ogni modo possibile, se non si vuole che, oltre ai danni ai territori, esse creino un pericoloso precedente da sfruttare per eventi ancora più impattanti e devastanti. Ed è veramente sconcertante che le istituzioni locali ne avvallino la realizzazione: ciò la dice lunga su quanto realmente tengano alle loro montagne e al benessere della comunità che le abita. La quale per prima deve farsi qualche domanda su cose del genere che le vengono imposte, e sono certo che se le farà: il limite di rispetto e di decenza verso le montagne questi eventi lo superano in modo del tutto inammissibile.

È evidente che questa e altre simili siano questioni di matrice culturale, ancor prima che ambientale, politica o altro. Perché il paesaggio è cultura, e ancor più lo è quello montano con tutte le sue numerose valenze. Probabilmente è per questo che gli organizzatori di eventi del genere non capiscono ciò che fanno e le conseguenze che cagionano ai luoghi che coinvolgono.