
Open Milano Cortina 2026 rappresenta un elemento di legacy delle Olimpiadi invernali 2026: il suo obiettivo, infatti, non è solo quello di assicurare la trasparenza sul Piano delle Opere, ma anche quello di promuovere una cultura della trasparenza sostanziale – e quindi accessibile e fruibile a tutti – e della legalità in ambito di appalti e investimenti pubblici.
Ottime e importanti dichiarazioni, non c’è che dire.
Poi, se al Politecnico di Milano, che ha siglato una partnership di fornitura con Simico da cui sono derivati accordi e incarichi vari, si chiede conto al riguardo attraverso una specifica documentazione, ecco cosa si ottiene:
Ne scrive Duccio Facchini su “Altreconomia” in un articolo (l’ennesimo) molto significativo su come si stanno organizzando le Olimpiadi di Milano-Cortina – articolo la cui lettura è assai consigliata.
«Promuovere una cultura della trasparenza sostanziale – e quindi accessibile e fruibile a tutti», scrive Simico. Eh, proprio vero!
Ribadisco: Milano-Cortina 2026 sarebbe un’ottima occasione di rilancio e rinascita delle nostre montagne e dei territori ad esse collegati, invece si profila ogni giorno di più come la solita faccenda all’italiana: un gran casino dal quale difficilmente ne uscirà qualcosa di buono. Anzi, prepariamoci al peggio. Ecco.

ormai è una costante, quando si fanno opere pubbliche.
Già, ed è un paradosso costantemente inaccettabile.
Concordo con te che sia inaccettabile.
Ma SIMICO è una spa. Qui invece si parla di Fondazione Milano Cortina, sono 2 cose diverse. Già il fatto che sia una Fondazione dice tutto. Fondazione = O tasse!
Cla, sì, anzi no: sono due cose formalmente diverse – che poi Simico è una Spa pubblica, non privata – ma sostanzialmente sono l’espressione della stessa organizzazione di un evento pubblico finanziato con soldi pubblici. Mi aspetterei che la tanto invocata trasparenza fosse una virtù di tutti i soggetti in gioco, non di solo qualcuno – visto che, ribadisco, stiamo parlando di opere finanziate con i soldi dei contribuenti italiani.