I «sentieri secondari» di Ornella Vanoni

[Ornella Vanoni in una foto di metà anni Sessanta, tratta da https://biografieonline.it.]

Tutta la vita sono stata passeggera e ho sempre cercato sentieri secondari. Sono sempre affascinata da quello che non conosco, sono quelli i sentieri secondari. Ed è quella la mia meta.

[Da un’intervista su “7” del gennaio 2021.]

I grandi personaggi sono tali anche perché sanno essere influenti e ispiranti anche al di fuori del proprio ambito ordinario e magari lo sono implicitamente, senza volerlo ma essendolo comunque in forza del loro valore umano e culturale.

Ricordavo l’affermazione sopra citata di Ornella Vanoni nella quale parlava di “sentieri” senza in realtà riferirsi a quelli montani – o forse sì, non so, ma comunque qui di sicuro indirettamente, appunto. Poche parole tuttavia capaci di manifestare molti valori umani preziosi e importanti per ogni persona: la libertà di pensiero e di azione, il viaggio consapevole nel tempo della vita, la volontà di conoscenza, la meta da raggiungere che dà compiutezza al proprio cammino. Che sono poi doti che guarda caso ricerca proprio chi cammina consapevolmente lungo un nuovo sentiero in montagna: la sensazione di libertà, anche nel cambiare sentiero e scegliere quelli meno battuti per vedere cose nuove, il camminare quale forma primaria di viaggio, la scoperta di angoli mai visti prima dai quali farsi affascinare, la conoscenza dei luoghi, la meta da raggiungere che può essere effettivamente tale oppure il non averne una – «il viaggio è la meta» e «i viaggi sono i viaggiatori» – ma che in ogni caso dà uno scopo al cammino compiuto.

Anche per questo perdere una persona come Ornella Vanoni rattrista molto e molti. Perché è come se da ora si avesse un “sentiero” in meno da seguire, un angolo di bellezza in meno da raggiungere e esplorare, una “meta” in meno alla quale arrivare.

RIP.