2025.05.14

[Foto di Malene Thyssen (User:Malene), CC BY-SA 3.0, fonte commons.wikimedia.org.]
Oggi stavo lavorando nei pressi di una recinzione dotata di siepi, e su un ramo di queste c’era posato un merlo impegnatissimo nel proprio canto, che è risaputo sia uno dei più belli e armoniosi in assoluto.

Infatti mi sono fermato ad ascoltarlo quasi incantato, peraltro ammirando il movimento del becco e della gola ad ogni nota emessa ovviamente senza riuscire a trovare un nesso tra l’uno e l’altra, anche per come il canto fosse elaborato e continuamente variato.

Inevitabilmente, mi sono chiesto che cosa stesse dicendo e se lo stesse dicendo a me, visto che eravamo uno di fronte all’altro.

Be’, una delle cose che l’intelligenza artificiale potrebbe fare, e che noi umani non abbiamo mai saputo fare, è interpretare i versi degli animali, scoprendone gli alfabeti, i foni e i lessici e così rendendone comprensibili i messaggi.

Già.

Ma se, una volta che riuscissimo a capire ciò che gli animali dicono, scoprissimo che ci esecrassero e insultassero per la nostra presenza così impattante e distruttiva sul pianeta e sulla Natura, dunque anche su di loro?

Temo non sia un’ipotesi così campata per aria, questa.

Forse è meglio che l’intelligenza artificiale non diventi così intelligente da capire il linguaggio degli animali.

O forse è bene che invece lo sia e ci faccia capire ciò che pensano di noi. Sarebbero finalmente delle opinioni e dei giudizi molto più obiettivi, onesti e franchi di qualsiasi nostro, nel bene e nel male. Garantito.

Buonanotte!